Da dove nasce la sfiducia in se stessi?
Nasce quando ci si misura erroneamente con le eccellenze altrui. Ciò produce un malsano spirito di competizione e spesso, come conseguenza, senso di inferiorità, frustrazione, invidia e conseguente conflittualità. In alcuni casi il modello preso a riferimento è l'esito di una qualche forma distorta di idealizzazione la quale, essendo in realtà un modello negativo, produce infine delusione, sofferenza, sfiducia in sé e negli altri.
Ma anche quando il modello possiede valore intrinseco, se si mettono in atto pericolose forme di imitazione e competizione, si compromettono i benefici che deriverebbero dal seguirlo.
Seguire un modello non significa imitarlo. Ognuno dovrebbe scoprire e valorizzare la sua propria via da percorrere, attivare i propri mezzi, le sue qualità peculiari, i tempi e le modalità che gli sono più consoni.
Quali sono le conseguenze della sfiducia in se stessi?
Falso senso di superiorità.
La sfiducia in sé produce un impellente bisogno di compensazione e, alla sua estremizzazione opposta, produce una sindrome di superiorità: la persona si presenta in maniera autoritaria, agendo ed esprimendosi in termini perentori, ma quella apparente forza cela una pericolosa debolezza. Poiché la persona non riconosce valore a se stessa, pretende i riconoscimenti. Da qui anche la tendenza a voler primeggiare, facendo ricorso a comportamenti impositivi e alla denigrazione Dei suoi fantasmatici competitors, in genere persone più capaci, più produttive o oggetto di maggiori attenzioni, quelle persone che sono più amate o semplicemente più apprezzate.
In alternanza al complesso di superiorità, la sfiducia in se stessi può ingenerare uno stato di auto-compiangimemento, che può condurre ad isolarsi ed annullarsi in ambito relazionale.