Seminario dall'1 al 3 novembre, Ascoltando il Mahabharata
Marco Ferrini
All'essere umano con i suoi limiti ed enormi potenzialità, niente può succedere che non sia già stato descritto nel Mahabharata. Per la vasta tipologia di caratteri che vi è rappresentata, ognuno può riconoscersi nei protagonisti delle sue vicende. E ognuno, in questa avventurosa e affascinante opera, può trovare la sua luminosa via, un orientamento sicuro per giungere alla propria meta nel gran mar dell'essere, per esprimere in libertà le sue istanze più nobili: desiderio di sapere e capacità di conoscere, gioia, senso morale, giustizia, bellezza, forza di volontà, compassione, saggezza e amore.
Con i propri insegnamenti di natura eminentemente pratica, che sanno congiungere i bisogni di Terra con quelli di Cielo, il Mahabharata si rivolge a chi, come ognuno di noi, ha da confrontarsi quotidianamente con le proprie debolezze, tensioni e crisi, con gli abissi e le vette della coscienza, e ha una necessità urgente primaria: ritrovare la propria centratura, ristabilire quell’ordine interno che consente di uscire dalla sofferenza, liberarsi dai fantasmi del passato e dall'incertezza del futuro, riscoprire la propria natura reale ed eterna.
Nel Mahabharata troviamo la chiave per interpretare non solo la storia degli uomini e delle donne intesi come singoli individui ma del genere umano nel suo complesso. Il Mahabharata è la più grandiosa rappresentazione della storia antica e attuale del mondo.
Questo monumento letterario si è rivelato capace di comunicare dei valori e una visione del mondo che non solo hanno ispirato miliardi di persone e contrassegnato la storia dell'India, ma che possono dirsi appartenenti all'umanità intera.
Un'opera che non appartiene soltanto all'India, ma ai popoli di tutto il mondo.
Aung San Suu Kyi (Premio Nobel per la Pace nel 1991)
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