La via regale all’Amore
Parte III - Marco Ferrini
La Bhagavad-gita esorta ad un agire pieno ma distaccato, efficace ma non mosso da volontà di possesso e di potere; un agire offerto con gioiosa devozione a Dio, per favorire l'evoluzione e il bene di ogni creatura.
Essa traccia un percorso interiore che, alla luce di una sapienza immortale, rivela come conseguire la libertà dalla sofferenza e dalla solitudine fino alla realizzazione dello scopo più alto dell’esistenza umana: la realizzazione del puro rapporto d’amore con il Divino e con ogni essere.
Il sapere della Gita è già insito nel sé profondo di ciascuno di noi; una volta riscoperto e risvegliato, quel sapere apre a quell’Amore inscritto nel cuore (Bhakti) e dona perenne gioia di vivere.
Ogni cosa che fai, che mangi, che offri in sacrificio o doni, qualsiasi ascesi che compi, o figlio di Kunti, che sia un’offerta a Me [B.g. IX.27].
L’azione compiuta per dovere e tesa alla soddisfazione del Signore Supremo non solo permette di orientare la vita in senso positivo e luminoso, ma fa sì che il suo autore non debba più rinascere nella dimensione dell’esistenza condizionata.
Ma che succede a coloro che vorrebbero comportarsi in tal modo ma non ci riescono, a chi non ha ancora vinto l’invidia e il senso di possesso, a coloro che non hanno ridotto in cenere la tendenza all’errore?
Anche a questo proposito Krishna è molto incoraggiante. Per chi si volge verso Krishna e ricerca il Suo amore, per chi, malgrado abbia ancora molta strada da fare, desidera sinceramente modificare la rotta, per chi è disposto a mutare le proprie abitudini per uscire dai condizionamenti, per grazia divina è possibile cambiare, addirittura trasformare le proprie tendenze, la propria personalità, il proprio carattere.
Krishna mette in rilievo che il modo più rapido e sicuro per sfuggire alla rete dei condizionamenti, per vivere in maniera serena ed evolutiva in questo mondo ed ottenere infine la più alta realizzazione e beatitudine, è quello di collegare la mente umana a quella Divina attraverso lo spirito dell’offerta, orientare la nostra emotività verso un sentimento d’amore puro per Dio ed ogni sua creatura; sul piano dell’azione fare delle nostre opere un sacrificio al Signore dei mondi, dirigendo il nostro essere verso una comunione piena e totale con creato, Creatore e creature.
"Pensa sempre a Me, volgi a Me il tuo devoto amore, a Me rendi omaggio e adorami. Perferramente assorto in Me, che sono il tuo fine più alto, certamente a Me verrai" [B.g. IX.34].
Questo è uno dei pilastri dello Yoga della Bhakti e l’essenza stessa della Bhagavad-gita: la devozione e l’amore divino, in cui cultura e natura, istinti e razionalità, conoscenza, opere e aspirazioni profonde giungono ad una suprema unificazione, conciliando ogni conflittualità. Per chi ne abbia fatto esperienza risulta evidente come “la Bhakti o devozione porti alla distruzione dell’ignoranza e a far sorgere l’illuminazione. Quando l’ignoranza è distrutta, Dio si erge e si manifesta rivelandosi nello spirito umano. Quando sorgono nell’individuo l’amore e la sapiente conoscenza, allora si realizza l’eterno” [Radhakrishnan, Bhagavad-gita pag. 312].
Krishna non sta parlando di una devozione formale ed ottusa; ma di una devozione e di un amore autentici, capaci di far scattare la molla dell’autosuperamento, dell’autotrascendenza. Il procedimento implica la graduale liberazione da tutti i condizionamenti e da tutte quelle piccole cose che di per sé sono neutre ma che, se vi proiettiamo la nostra volontà di potenza, diventano negative; questo vale anche per certi atteggiamenti pseudo-religiosi quando in realtà nascondono attaccamenti mondani. Attraverso mirabili insegnamenti e pratiche spirituali ad essi coerenti, la Bhagavad-gita ci aiuta dunque, nel qui ed ora, a superare bramosie, paure, debolezze, pregiudizi ed errori atavici.
Essa ci orienta nel concreto in un viaggio che dalla terra conduce al cielo, dalla morte all’immortalità, dalle tenebre alla luce, dall’uomo a Dio, dalle passioni egoiche all’amore universale e immortale. Ogni individuo ha la possibilità di intraprendere questo viaggio per ritrovare la propria collocazione armonica nell’universo e realizzare se stesso oltre i condizionamenti dell’ego, di tempo e spazio.
La Gita è un’opera di intramontabile e universale valore, tanto ardita e sublime da abbattere con forza e chiarezza fanatismi sia laici che religiosi; essa insegna ad integrare l’umano con il Divino, a realizzare il Divino senza rinnegare l’umano. La Gita parla alle genti di ieri e di oggi, all’individuo e alla società, conducendo ognuno, dalla condizione in cui si trova, alla realizzazione della divina saggezza e dell’amore immortale. E ciò avviene senza nessuna artificiosità o forzatura, ma anzi educando al sapiente discernimento e al più alto senso di libertà.
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