Nel diciassettesimo capitolo della Bhagavad-gita, Krishna enuclea diverse tipologie di dana, ovvero carità, offerta, sotto il segno di tamas, rajas e sattva guna.
“La carità elargita per dovere, senza aspettarsi niente in cambio, nelle giuste condizioni di tempo e luogo, e alla persona che ne è degna, appartiene alla virtù.
Ma la carità compiuta con la speranza di una ricompensa egoistica o con il desiderio di godere dei frutti che ne derivano, oppure fatta controvoglia, è sotto il segno della passione.
Infine, la carità fatta in tempi e luoghi inopportuni, a persone indegne, o compiuta in modo irrispettoso o sprezzante, appartiene all'ignoranza” (Bg. XVII.20-22).
Se scegliamo le persone giuste alle quali dedicare le nostre offerte e il nostro amore, non mancheranno di manifestarsi gli esiti sperati: illuminazione della coscienza, serenità, fede, visione, unità con Dio e con tutti gli esseri.