Oggi, 27 gennaio 2017, si commemora Il 72° anno dalla liberazione da parte dell'Armata Rossa dei prigionieri del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Care amiche e amici, vorrei condividere con voi una riflessione sulla violenza che può afferrare e dominare coloro che si sono lasciati sedurre dal potere.
Il tempo e la storia. Oggi, nel giorno della memoria, ricordiamo la tragedia di milioni di persone che furono deportate, private di ogni dignità e infine sterminate per essere "colpevoli" di non rientrare nei canoni di una ipotetica razza superiore, pensata e voluta dal regime nazista che attraverso la realizzazione di uno Stato totalitario, ha attuato il più terrificante esperimento sociale della storia.
Non so se esiste una giornata della memoria pure per le vittime dei gulag dello Stato totalitario sovietico dei tempi di Stalin. In caso non esista ufficialmente, provvediamo come persone a non dimenticare le sistematiche atrocità commesse da quel regime. Che la memoria, e con essa il senso di responsabilità, non si spenga di fronte a qualsiasi regime che faccia uso di violenza nei confronti degli avversari politici e privi i propri cittadini di libertà di parola, pensieri e volontà organizzative di pacifica protesta.
Tra le indesiderabili conseguenze della rivoluzione industriale ottocentesca, una tra le più pericolose fu l'insorgere del fenomeno della società di massa, caratterizzata dall'alienazione della persona in quanto svuotata delle sue intrinseche caratteristiche e talenti, e ridotta a numero.